La serie Scudetto si riapre. Dopo due ko esterni, l’Umana Reyer Venezia ritrova gioco, orgoglio e soprattutto vittoria. Davanti a un Taliercio caldo e partecipe, la squadra di Mazzon riscrive il copione della finale piegando il Famila Wuber Schio 67-57 e accorciando sul 2-1, allungando la contesa almeno a Gara-4. È stata una partita vera, ruvida, vissuta a strappi e ribaltamenti di inerzia, in cui la lucidità nei momenti chiave ha fatto la differenza. Gara-3 non ha semplicemente cambiato il punteggio della serie: ha cambiato il vento emotivo, l’inerzia psicologica e — forse — anche le convinzioni delle due squadre. Le orogranata hanno costruito il successo con una prova difensiva di rara intensità, imponendo fisicità e durezza per 40 minuti. Non è casuale il dato che più di ogni altro racconta la serata: Schio fermata a 57 punti segnati. È la testimonianza di una partita controllata nella metà campo più difficile, quella dove servono gambe, comunicazione e mentalità. Venezia ha stretto le maglie, ha accettato il corpo a corpo e ha saputo contenere tutte le bocche da fuoco avversarie, in particolare Laksa, tenuta fuori ritmo. L’attaccante lettone, punto di riferimento offensivo per Dikaioulakos, si è vista a sprazzi durante tutta la partita, disinnescata da rotazioni precise e aiuti puntuali. A fare la differenza però, oltre alla difesa, sono state le energie e le risposte arrivate dalla panchina. Il duo Santucci–Pan ha scardinato l’equilibrio nel momento più delicato. Quando Schio aveva preso inerzia, rimontando e mettendo la testa avanti nel terzo quarto, è salita in cattedra Mariella Santucci con due triple chirurgiche e una serie di giocate che hanno gelato le velleità scledensi. Pochi minuti più tardi, è stata invece Francesca Pan a dare la spallata definitiva, con una bomba decisiva, una forte pressione difensiva e una presenza emotiva contagiosa. La capitana ha saputo leggere i momenti e colpire senza esitazioni. È il bello del basket: quando la partita si fa sporca e dura, spesso sono le cosiddette “seconde linee” a scrivere la storia. Tuttavia, i meriti sono anche diffusi. Kamiah Smalls ha dato continuità su entrambi i lati del campo, reggendo l’urto fisico e gestendo i tempi in regia; Kuier e Cubaj, le lunghe veneziane, hanno vinto il duello sotto canestro: impatto, intimidazione, rimbalzi, chiusure. Le due torri hanno limitato sensibilmente Juhasz e Andrè, le quali hanno comunque offerto buone letture difensive, ma sono sembrate spesso isolate nel tenere testa all’atletismo delle padrone di casa. Il Famila, dal canto suo, ha pagato una serata storta al tiro come dimostrato dal 23% da tre punti, un fardello troppo pesante in una partita dove ogni possesso ha pesato oro. Non sono bastati la tenacia e il dinamismo di Verona e Salaun, spesso volenterose ma poco lucide, a volte sfortunate e altre possedute dalla frenesia di cambiare le sorti della gara con soluzioni al limite. Il talento non è mai mancato, ma è mancata l’organizzazione, soprattutto nelle rotazioni difensive e nei momenti in cui Venezia alzava i giri in transizione. La lucidità, quella che aveva permesso alle 'orange' di vincere le prime due gare con autorità, è venuta meno proprio quando serviva stringere i denti e fare scelte mature. La Reyer, invece, ha giocato con il fuoco negli occhi e il cuore in mano.

E ora? Ora arriva Gara-4 e con essa la più classica delle partite spartiacque. Il Taliercio tornerà a riempirsi, consapevole di avere davanti una chance concreta per allungare la serie e portarla a Gara-5. Attenzione: Schio ha l’esperienza, la qualità e il talento per reagire. Sarà una gara ancora più mentale che tecnica, dove conteranno gli aggiustamenti e — come spesso accade — i dettagli. Sul piano tattico, ci si attende una risposta netta da parte di Dikaioulakos, soprattutto nel cercare di aprire la difesa veneziana con una migliore circolazione e con situazioni di pick and pop per liberare il tiro delle esterne. Sarà cruciale riportare Laksa dentro al sistema, magari con più blocchi lontano dalla palla e meno responsabilità da crearsi da sola. Verona e Salaun dovranno controllare le forzature e scegliere meglio i tempi per attaccare. L’idea di alzare il ritmo potrebbe aiutare Schio a sorprendere Venezia prima che la difesa possa organizzarsi: pressing alto, cambi sistematici e più aggressività sul primo passaggio potrebbero essere le armi per far saltare lo spartito di Mazzon. Dall’altro lato, la Reyer dovrà evitare di sprecare l’energia mentale appena ritrovata. Non può pensare di replicare semplicemente quanto fatto in Gara-3, perché le rivali cercheranno di togliere certezze. Servirà allora una nuova prova di sostanza delle lunghe, una regia accorta da parte di Villa, il solito contributo di Smalls e — soprattutto — che Santucci e Pan sappiano confermarsi nella gestione dell’imprevisto. L'energia dalla panchina sarà ancora una volta un termometro dell’anima orogranata. Una finale che sembrava incanalata si è improvvisamente riaperta. Venezia ha acceso la miccia, ora la serie può davvero esplodere. Tutto è di nuovo possibile.

(Foto Elio Castoria)

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