A pochi giorni dalla conclusione dell'Europeo Under 18 Femminile che ha visto le Azzurre concludere al quinto posto e con la qualificazione al Mondiale Under 19 del 2023, Giovanni Lucchesi è voluto tornare sulla competizione appena conclusa con una serie di riflessioni.

Il risultato ottenuto è certamente positivo per questo gruppo, che vantava otto "reduci" (Matilde ed Eleonora Villa, Rizzo, Zanardi, Arado, Lucantoni, Blasigh, Di Stefano) della squadra che nel 2019 a Udine vinse il Trofeo dell'Amicizia contro Spagna, Francia e Grecia. Poi, lo stop per la pandemia.

Le parole di coach Lucchesi. "Ogni manifestazione viene vissuta sotto duplice o triplice aspetto/valenza: il risultato sportivo, il risultato tecnico, il risultato esperienziale. Potevamo fare meglio sul campo? Certamente, come per qualunque altra squadra. Potevamo fare peggio? Anche qui ci sta un sì, se vogliamo essere intellettualmente onesti ed equilibrati. Il quinto posto è frutto di un percorso lungo, di conoscenza reciproca con il gruppo e nel gruppo: personalità “forti”, maturità diverse, abitudini diverse. Il raggiungimento dell’amalgama è stato faticoso, ma supportato da uno spirito di abnegazione delle ragazze davvero encomiabile, per tutte le 16 impegnate nel percorso, a testimonianza della qualità del lavoro dei loro allenatori e delle società che non è mai banale né di comodo ringraziare con il cuore. Alla resa dei conti il risultato conseguito è accettabile, con un ennesimo Mondiale conquistato, un quinto posto affatto banale o di ripiego. Siamo lì, ancora una volta, accanto ai grandi: senza paura, ma con la consapevolezza dei limiti da superare. Sempre, perché è la maglia azzurra che lo richiede in modo inappellabile: chi vuole vestirla deve sapere che non basta uno sforzo, ma ce ne vuole sempre un secondo e anche un terzo. Il Mondiale sarà un’ulteriore vetrina che presupporrà programmazione per individuare obiettivi di crescita delle ragazze, perché al centro c’è il loro sviluppo e non l’interesse personale. Il risultato tecnico sta nel confronto, dopo due anni di chiusura, con lo sviluppo del basket giovanile in Europa. Ci sono novità: c’è una grossa conferma della necessità di organizzazione del gioco, di disciplina all’interno della quale far risaltare il talento individuale. Il basket frenetico sembra al momento relegato dietro il palcoscenico, in attesa di tempi migliori. Lo sviluppo tecnico coincide con la qualità delle skills, dei fondamentali che devono diventare ancora più oggetto di allenamento e acquisizione. Il risultato esperienziale infine è enorme. Abbiamo giocato con 12 elementi che, tranne in una partita, hanno sempre toccato tutte il campo. Il confronto è stato anche tosto con una realtà agonistica e con avversari che purtroppo nei nostri campionati giovanili non è possibile riscontrare. Diverse tattiche, diverse fisicità, diverse abitudini: le ragazze rientrano con un bagaglio importante, ricco e che grazie ai loro allenatori nei club sapranno mettere a frutto per ottenere miglioramenti ulteriori e concreti. Il contesto europeo è stimolante e sono sicuro che tutte e 12 le ragazze in azzurro (senza dimenticare le ultime che hanno lasciato il raduno) rientrano più consapevoli e con maggiori certezze".

Non c'è spazio per i rimpianti. "Nessun rimorso e nessun rimpianto, dobbiamo definitivamente sdoganare la cultura del se, del ma e del però. Occorre confrontarci con la realtà, non con quello che poteva essere e non è stato. Su quello non possiamo intervenire, tanto vale mantenere le energie che sprecheremmo a parlare del “se - ma - però” per obiettivi più importanti e condivisi. In campo non abbiamo accettato mai dalle ragazze un se un ma un però, perché occorre fare e non spiegare, perché occorre alzare il nostro gradi di competitività; questo innalzamento coincide con un cambio di rotta ancora più accentuato della cultura del basket del 2022/23. Il rimorso e il rimpianto vorrebbe dire cercare alibi o giustificazioni: non li vogliamo giustamente dalle nostre ragazze, non dobbiamo accamparli allora come parte tecnica. Abbiamo raggiunto il quinto posto e un Mondiale affascinante Under 19 a Madrid, eppure sappiamo bene con chi abbiamo perso e con chi abbiamo vinto; e sappiamo anche come. Ecco perché non voglio parlare di rimorsi e rimpianti".

Infine, l'omaggio allo staff. "Un ringraziamento immenso allo staff, dalla parte organizzativa a quella sanitaria a quella tecnica e alla Federazione per aver consentito e curato questo grande dettaglio. Palpabile è stata l’emozione delle ragazze e lo "sfruttamento virtuoso" per poter interagire per più di un mese con due icone del basket italiano come Kathrin Ress e Chicca Macchi".

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