Una sottile linea Azzurra unisce due città agli antipodi, per cultura, stile di vita e tradizioni: Atlanta e Tokyo, due città diversissime ma che rappresentano due ideali tappe della storia del basket femminile.

Due specialità diverse della palla a spicchi, cinque contro cinque e 3X3, ma un unico filo conduttore rappresentato da quel colore di maglia e dalla scritta "Italia" davanti. Rae Lin D'Alie, Marcella Filippi, Chiara Consolini e Giulia Rulli (guidate da coach Andrea Capobianco) come un'ideale staffetta prendono il testimone dalla Nazionale di Atlanta 1996, l'ultima partecipante a un'Olimpiade del basket femminile italiano, 25 anni fa.

Stefania Zanussi, Susanna Bonfiglio, Mara Fullin, Elena Paparazzo, Valentina Gardellin, Nicoletta Caselin, Viviana Ballabio, Catarina Pollini, Marta Rezoagli, Giuseppina Tufano, Lorenza Arnetoli, Novella Schiesaro. In panchina l'indimenticabile coach Riccardo Sales, "Il Barone". Una formazione che, come tutte quelle che hanno rappresentano la storia, è quasi doveroso recitare tutta d'un fiato.

Ma che ricordi ha lasciato quell'ultima avventura Azzurra nella mente di chi l'ha vissuta? Abbiamo chiesto a Susanna Bonfiglio, una delle giocatrici più rappresentative nella storia del nostro basket, di ripercorrere quel viaggio, compiuto all'età di 22 anni. E ancora oggi, a distanza di 25 anni, i ricordi di quell'avventura e lo stupore provato emozionano Susanna, che ha più volte ammesso durante la nostra chiaccherata come fosse impossibile, per lei, descrivere a parole quell'incredibile parentesi della sua carriera: "Sono delle emozioni complesse da sintetizzare a parola perché le vivi sul momento, io avevo 22 anni ma mi sembrava di essere una bambina al luna park dato che mi guardavo sempre attorno".

Un'esperienza che ha le sue origini in Repubblica Ceca, nel 1995, quel 18 giugno che rappresenta l'ultima medaglia internazionale del nostro basket femminile, un bellissimo argento Europeo ottenuto da un collettivo davvero speciale. “Il gruppo era meraviglioso, - ricorda Susanna - con coach Sales ci siamo preparate moltissimo per Brno, è stata dura, abbiamo fatto ritiri molto lunghi ma c’era sempre grande allegria e serenità: il gruppo fa la differenza, spesso viene vista come una frase fatta ma in questo caso è stato così.  Quando c’è grande amicizia il tempo, gli allenamenti pesano meno, fai sacrifici più volentieri, passa tutto velocemente ed è molto bello". 
Un gruppo uguale a quello dell'anno dopo con due soli cambi, Angela Adamoli sostituita da Stefania Zanussi e Marianna Balleggi sostituita da Mara Fullin, che nel '95 non poteva esserci: "Purtroppo, un episodio brutto come un lutto familiare che ha colpito Mara quell'estate ha reso più complessa la nostra preparazione per l’Europeo, ma ci ha al tempo stesso unito, perché avevamo voglia di giocare anche per lei e di far bene".
E a Brno la Nazionale non fa solo bene, ma strappa applausi e una medaglia: "L’Europeo è stato una marcia trionfale. Per tutta la competizione poi siamo state seguite con grande affetto dal Presidente FIP Gianni Petrucci, che per noi è “Il Presidente”, con la P maiuscola. Abbiamo vinto l'argento con lui presente sul posto e la sua stessa presenza per noi era un motivo di grande orgoglio".

A tal proposito, passando a quegli indimenticabili sogni Olimpici dell'anno dopo, Bonfiglio prende spunto proprio da una recente dichiarazione del Presidente FIP: "Di recente il Presidente ha detto che per un atleta le Olimpiadi dovrebbero rappresentare il sogno di una vita, sono pienamente d’accordo con lui. Quando ci siamo qualificate per me è stato veramente un sogno, ero pazza di gioia e credo che i Giochi siano una delle cose più belle che un atleta possa fare nella propria vita sportiva. Mi vengono i brividi solo a dire “le Olimpiadi”, sin da bambina le ho sempre guardate in tv, praticamente ho seguito ogni specialità: le sensazioni di far parte di un evento del genere, con la maglia Azzurra, sono difficili da spiegare, è semplicemente una cosa meravigliosa".

Per Susanna, cresciuta nel mito dell'America, la soddisfazione è doppia: "Partecipare alle Olimpiadi negli USA, ad Atlanta, è stato come realizzare due sogni". Atlanta, che si aggiudica le Olimpiadi grazie anche al forte sostegno di una certa bevanda con le bollicine che piace in giro per il mondo, non è solo un'Olimpiade ma è una di quelle edizioni dei Giochi che segnano la storia. Si tratta dell'Olimpiade del Centenario, un'edizione che già alla vigilia promette di esser memorabile.

Si comincia dalla Cerimonia d'Apertura, che si chiude con l'immagine, potentissima e iconica, di Muhammad Alì che, da ultimo tedoforo e purtroppo con evidenti segnali della terribile malattia che già lo affligeva (il morbo di Parkinson che l'ha tristemente accompagnato sino alla sua scomparsa nel 2016), accende il braciere Olimpico dando inizio ai Giochi. Quella sera ad assistere a quella scena c'è anche Susanna, con le sue compagne in Azzurro: "Di quella Cerimonia d'Apertura ricordo anche l’agitazione mentre attendevamo nello stadio accanto al Centennial Olympic Stadium il nostro turno per sfilare. Nel frattempo vedevamo tutti gli atleti, famosi e non, vicinissimi e l’adrenalina scorreva sempre più".

Poi il Villaggio Olimpico: c'è un motivo specifico per cui, nella memoria di un atleta, i ricordi legati al Villaggio sono tra i più belli e più numerosi, e Susanna non fa eccezione raccontandoci molto della vita in quel contesto, di quelle settimane passate a contatto con l'intero mondo sportivo. "I pasti erano organizzati attraverso la presenza di vari stand: in ognuno di questi era possibile trovare e scegliere il cibo e i piatti tipici di ogni paese. Lo stand del cibo italiano, naturalmente visto che era tutto buonissimo, era sempre pieno e c'era tantissima fila, quindi quando aspettavi ti guardavi intorno e vedevi tantissimi atleti lì, vicinissimi, a pochi passi. Ad esempio, poteva capitare di girarsi e incontrare un tennista di fama mondiale come Goran Ivanisevic, lì ad aspettare il pranzo".

"La vita al Villaggio è bella, - prosegue Susanna - ma anche particolare, per via del calendario Olimpico che prevede tantissime specialità in giorni diversi. Può capitare quindi che mentre tu sia nel pieno delle gare ci sia anche chi ha finito le sue competizioni e festeggia. C’è tantissima confusione, bisogna stare attenti e concentrati ma non sempre è facile". Non lo è nei momenti di riposo, ma nemmeno quando c'è da allenarsi e preparare gli impegni in gara, anche per via della presenza di tantissimi atleti di altissimo livello: "Durante le Olimpiadi spesso facevamo richiamo atletico sfruttando la pista d'atletica presente all’interno del Villaggio. Quando andavamo lì, stare concentrati sul proprio programma da svolgere era difficilissimo perché guardandoti attorno vedevi gente che “volava” in pista e rimanevi impressionata dalla qualità del loro allenamento".

Di contro, però, c'è anche la possibilità di vedere all'opera atleti e atlete del genere: "Ad Atlanta era davvero difficile raggiungere gli impianti sportivi (spostarsi per gli allenamenti in palazzetto era decisamente scomodo), ma grazie ai biglietti messi a disposizione dal Comitato Olimpico abbiamo visto tante partite e gare, siamo anche riuscite a vedere da vicino il "Dream Team" americano del 1996". L'unico rimpianto, per il gruppo, è forse quello legato a un altro grande atleta della storia dello sport italiano: "Ci è dispiaciuto molto non poter vedere la gara di Yuri Chechi. La nostra preparazione ad Atlanta è iniziata dall'Università di Wake Forest, e con noi c'era anche la Nazionale di baseball e poi lui, a preparare la sua gara negli anelli. Si è creato un bel cameratismo, che rimane nel corso degli anni, basta vedere una delle gare di Atlanta o delle fotografie per iniziare subito il viaggio nei ricordi".

Entrando nel merito del Torneo, dopo l'eliminazione delle Azzurre per mano dell'Ucraina, c'è da registrare il primo dei sei ori consecutivi di Team USA guidato in quei Giochi da Edwards, Leslie e Swoopes: "Con loro non abbiamo giocato ad Atlanta, ma solo in preparazione. La loro fisicità era devastante e ancora oggi la squadra americana attuale, valutata d'insieme, fa semplicemente spavento da quel punto di vista. Però come dicono in molti la distanza tra i due mondi è diminuita, sia da un punto di vista di esperienza, che di tecnica e di tattica, grazie ai tanti validissimi allenatori europei alcuni dei quali oggi dicono la loro anche negli staff tecnici d'oltreoceano".

In chiusura, dopo la nostra panoramica, ci rimane da chiedere a Bonfiglio soltanto una cosa, in vista di Tokyo. Da un'ex-olimpionica alle olimpioniche del 3X3, un consiglio per le nostre quattro rappresentanti in maglia Azzurra: "Per prima cosa spero che dal 3X3 arrivino altri bei risultati, sarebbe una bella spinta per il movimento. Alle ragazze posso solo augurare di divertirsi e godersi l'esperienza, col senno di poi io penso sempre al fatto che avrei potuto godermela anche di più, rispetto a quanto ho fatto ad Atlanta. Quando sei lì ovviamente sei concentratissima sulle tue gare e sul gioco, ma è anche vero che si tratta di un'esperienza che capita solo una volta nella vita, specie nel nostro mondo in cui è davvero difficile vedere tanti atleti con tre o quattro Olimpiadi alle spalle. Chiaramente nel rispetto delle precauzioni imposte dalla pandemia, che purtroppo condiziona questi Giochi, auguro alle ragazze di sfruttare ogni attimo e goderselo il più possibile".

Torneo di basket 3x3 femminile (Aomi Urban Sports Park)
Sabato 24 luglio
Italia-Mongolia (10.30 italiane, 17.30 locali)
Italia-Francia (14.25 italiane, 21.25 locali)

Domenica 25 luglio
Italia-Romania (03.40 italiane, 10.40 locali)
Italia-Cina (07.25 italiane, 14.25 locali)

Lunedì 26 luglio
Italia-Giappone (07.25 italiane, 14.25 locali)
Italia-USA (10.55 italiane, 17.55 locali)

Martedì 27 luglio
Italia-Russian Olympic Committee (10.25 italiane, 17.25 locali)
Quarti di finale (orari da stabilire)

Mercoledì 28 luglio
Semifinali (orari da stabilire)
Finali (orari da stabilire)

La formula
Tutte le 8 squadre sono state inserite nello stesso girone e si sfidano nei primi tre giorni e mezzo di gara l’una contro l’altra. Le prime sei classificate accedono alla fase a eliminazione diretta, con le prime due squadre classificate qualificate direttamente alle semifinali.

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