Ultime due partite di stagione regolare tirando 6 su 7 da 3.
Tutta la stagione regolare 25 su 54, che significa il 46%, sua miglior percentuale di sempre.
Così Marida Orazzo da 3 punti con la maglia di Lucca.

Dopo sei anni.
“Prepararmi da mangiare”. Sei anni a Battipaglia, arrivandoci da ragazzina, e sedendosi ogni giorno a tavola trovando il piatto già pronto. Sempre insieme, sempre in gruppo, mai da sola (e magari qualche volta lo avresti voluto). Marida ritaglia questo momento per spiegare cosa significa cambiare luogo e abitudini (non solo squadra) dopo anni. “A Lucca ci siamo trovate dieci persone nuove. La prima volta giocando insieme. La prima volta a Lucca”. Ed è stato un grande aiuto. Un grande aiuto cercare insieme nuove abitudini. Scoprire trucchi e coccole per vivere il quotidiano senza sentirsi forestiere.
“A Battipaglia prendere un caffè è rito, il caffè a Il Catino diventava qualcosa di più. A Lucca invece la meta è La Bontà, un gelato, sempre nocciola e stracciatella”.
E poi allora anche ogni angolo di spogliatoio e di palestra non ha più nessuna differenza.

Vicini Lontano.
Oppure lontani vicino. Lasciamo perdere un inciampare marzulliano. “È stata la prima volta che sono uscita dalla mia regione. Per due mesi non sono tornata a casa. Era strano non avere mia mamma a portata di mano. Adesso mio padre sempre a bordo di una nave, mio fratello a Perugia a giocare a calcio, mia madre a casa ed io -qua- a Lucca. Quattro posti diversi, ognuno il suo. Ma con ancora più voglia di raccontarci. E di ascoltarci”.
Si diventa grandi nella distanza. Si apprezza ancora di più quello che -vicini- appare scontato. Spesso.

Senza ruoli, magari…
“Ho lavorato tanto sul mio tiro. Sulla velocità d’esecuzione. Con Lollo abbiamo lavorato tanto su quello. Mi sono perfezionata e specializzata in quello. Adesso sento di avere la capacità di attaccare ogni volta che ricevo con vantaggio”. Dettagli. Dettagli che significano non solo più velocità nel gesto, ma nessuna esitazione di pensiero. Voglio la palla per attaccare.
“All’inizio non è stato facile. Ero abituata ad avere di più la palla tra le mani. A Lucca mi sono specializzata in determinate situazione di gioco.”
E non parlate di ruoli, play o guardia. Meglio di situazioni di gioco dove -appunto-attaccare.

“Adesso faccio la professionista”.
Andare via da casa. Lasciare il Club dove sei cresciuta. Laurearsi (Lingue la facoltà). Tutto fatto allora. E adesso? “Adesso sento di aver appena cominciato. Sento di fare la professionista a tempo pieno. Dove voglio arrivare ? Non ho avuto il tempo di pensarci”. Piccola bugia. Tutti abbiamo desiderio di un sogno. A volte non ce lo vogliamo dire. 
Un sogno, come lo hanno Mariam e Laila, protagoniste di sofferenza in “Mille splendidi soli” di Khaleb Hosseini. Il libro che Marida si è comprata subito dopo essersi laureata. 
Finalmente non più un libro universitario. Un libro per ascoltarsi. Sempre meglio. 

 

Marco Crespi

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