Francesco Cordiano ha ricoperto il ruolo di presidente del
basket femminile a San Martino di Lupari per quasi trent'anni, dal 1985 al
2013. Ma era presente fin dagli inizi, ovvero dal 1979, e ancora oggi con la
carica di presidente onorario rimane un elemento fondamentale della dirigenza
Lupebasket, sempre presente e pronto a farsi in quattro per la causa
giallonera.
«La prima affiliazione in Federazione risale al luglio del
1980, ma la squadra si è formata nel 1979, allenandosi solamente per i primi
mesi - racconta Cordiano, classe 1940 - Tutto è nato nel Centro Giovanile, dove
negli anni abbiamo coinvolto nel volontariato molti amici che ancora seguono
con passione l'attività. Facevamo spesso riunioni con i giovani di San Martino
di Lupari, per interessarli e guidarli nello sport agonistico. Tra loro c'era
anche un giovane Vittorio Giuriati, oggi presidente della società. Il nostro
scopo era quello di dare ai giovani non solo una formazione sportiva, ma anche
umana, nel segno dei valori cristiani».
Quali sono le prime
importanti tappe della favola delle Lupe?
«All'epoca al Centro Giovanile andava per la maggiore la
pallavolo. Poi nel '79 due studentesse di Liceo, Emanuela Cattapan e Fabiana
Stocco, convinsero l'ex giocatore Arnaldo Pavan ad allenare un volenteroso
gruppo di ragazze. Nel 1985 Andrea Bergamin, l'allora presidente del Centro
Giovanile, venne eletto nel consiglio comunale, e io fui nominato presidente.
Con l'arrivo da Cittadella di un giovanissimo Alberto Pan, che sarebbe stato
l'allenatore della prima promozione in serie C nel 1989, fu avviato il settore
Minibasket, che ebbe subito un grande successo. Gli artefici erano soprattutto
Pan e la segretaria Licia Milani, organizzatori nel 1997 di un grande raduno
regionale di Minibasket. Fu una giornata strepitosa, venne anche Dino Meneghin,
ho ancora il pallone firmato da lui. Uno degli sponsor degli anni '90 era la
pasticceria Primavera, che offriva la torta San Martino che consegnavamo prima
della gara alla squadra avversaria. Nell'ultima partita in casa offrii ai
tifosi una torta per ogni vittoria e festeggiammo tutti assieme, peccato che in
quel campionato le vittorie furono solo 8...».
Gli anni '90 si
chiusero con un grande cambiamento...
«Ultimato il nuovo stadio Comunale, la Luparense Calcio
aveva lasciato il campo parrocchiale e così in Centro Giovanile avevamo
iniziato a proporre anche il calcio: nel 1998, insieme alla pallacanestro e
alla pallavolo, si contavano ben 386 iscritti alle attività sportive. Gli spazi
erano sempre più stretti, e in più nel '94 la squadra allenata da Pino Projetto
era salita in serie B: le giocatrici iniziavano a prendere un piccolo rimborso,
e la filosofia del Centro Giovanile era quella di giocare solo per
divertimento. Così nel 1999 uscimmo, con grande dispiacere, e nacque l'A.S.D.
San Martino. Fin da allora io sostengo che la nostra società ha come primo
obiettivo il settore giovanile e minibasket, poi la categoria in cui milita la
prima squadra sarà una conseguenza del lavoro che si fa. Abbiamo sempre cercato
di mettere molta attenzione in questo, l'idea era di dare sempre i migliori
allenatori al giovanile. Insegnare basket non è facile, soprattutto perché
oltre alla tecnica bisogna sviluppare nelle ragazze la voglia, gli stimoli
giusti per crescere e sacrificarsi».
Quanto è cambiato il modo
di fare mercato, dagli inizi ad oggi?
«All'inizio conoscevamo poco. Solo le giocatrici che
venivano a giocare da noi o affrontavamo in trasferta. All'epoca chiedevamo un
aiuto ad amici che avevano una dimensione diversa, come al presidente dell'A.S.
Vicenza Antonio Concato. Loro con grande disponibilità ci indicavano atlete col
profilo di cui avevamo bisogno, e noi ci fidavamo. Una volta Concato, grande
personaggio del basket, mi chiese Sabrina Lago, una nostra talentuosa ragazza
che aveva appena 14 anni. Era la fine degli anni '80, lei giocò cinque stagioni
a Vicenza. Nel 1992 andai a vederla nella vittoria della Coppa Ronchetti, e
pochi mesi dopo convinsi Concato a rivendermela. Diventò la nostra capitana e
bandiera».
In quasi quarant'anni
sono state tante le ragazze passate per San Martino di Lupari, e per ognuna di
loro ci sarebbe un aneddoto da raccontare...
«Nel 1993, il Padova '81 del presidente Giorgio Leone era in
serie A2. Attraverso il mio vice Aldo Mardegan, che curava anche i rapporti
esterni, ci indicarono una ragazza proveniente da Trieste che avrebbe iniziato
a studiare a Padova. La facemmo venire a San Martino una sera di ottobre. In
quel periodo c'era la sagra della Madonna del Rosario, e le finestre delle case
erano piene di lumini. Sarà stato per quel primo impatto un po' strano, ma
subito disse che non sarebbe mai venuta a San Martino... Il suo nome era Ylenia
Scrignar, rimase con noi 5 anni e contribuì a fare la storia delle Lupe. Eravamo
alla quinta di campionato, l'allenatore era Pino Projetto e fin lì le avevamo
perse tutte. Arrivò martedì, si allenò quattro giorni, andammo a giocare a
Rovigo e vincemmo la partita. Lei era una guardia tiratrice, alla sera dopo
l'allenamento si fermava in palestra a tirare con il viceallenatore Stefano
Toniato. Tra le foto che campeggiano sulle pareti della nostra sede ce n'è
anche una di me e dello sponsor e amico Orazio Ballan al suo matrimonio. Sono
tante le ragazze che hanno fatto la storia di San Martino, tutte si sono
affezionate e hanno sempre lasciato un bel ricordo... Ogni volta che per caso
ci vediamo è un abbraccio sicuro».
Quali sono le
vittorie che ricorda con più piacere?
«Le vittorie sono state tante... Ci sono state anche
sconfitte, ma quelle ci si sforza di dimenticarle in fretta. Ricordo una grande
vittoria con John Prompicai allenatore, nel 2002. Una riforma dei campionati ci
aveva riportati in C, e affrontavamo gara3 di finale ad Abano Terme, un derby
che valeva la promozione in B. Loro erano favorite, ma vincemmo noi e fu festa
grande. Eravamo andati ad Abano, a 35 km da San Martino, con due pullman di
tifosi, e se non sbaglio fu la prima volta che ci seguì in trasferta anche
Flavio Pettenon di Fila, che era da poco diventato il primo sponsor. Un'altra
vittoria memorabile fu nel 2008, quando conquistammo la A2 in casa, contro
Lavagna. Guardavo la partita dall'alto con il presidente della Luparense
Calcio, Romeo Vilnai, e col sindaco Giovanni Baggio, che a fine gara scese in
campo a festeggiare con la squadra. I coriandoli dal soffitto partirono a pochi
secondi dalla fine, per errore, su un fischio che non era quello di fine
partita... Non si può non citare poi la conquista della A1, nel 2013, quando al
ritorno da Milano abbiamo trovato oltre 300 persone che ci aspettavano festanti
nel piazzale del Municipio, a mezzanotte passata».
Un capitolo a parte
merita la conquista dello Scudetto Under 17...
«Nel 2010 a Bolsena. In quella squadra spiccavano già le
gemelle Dotto, assieme alle quali avevamo perso nel 2008 una finale Under 15 a
Porto San Giorgio contro la Lazur Catania di Alessandra Formica, con tanti
rimpianti. In semifinale con un gruppo di dirigenti, c'era anche il futuro
presidente Giuriati, siamo andati a vedere Napoli, che poi avremmo sfidato in
finale. In quella squadra, tra le altre, c'erano Sara Bocchetti ed Elettra
Ferretti, due grandi giocatrici. Alla sera, in albergo di fronte al lago, dico:
"Noi abbiamo una bella squadra di ragazze, loro hanno una bella squadra di
donne". C'era una differenza sostanziale, come fisico, imponenza, maturità
in campo... Ma la finale è stata una cosa strepitosa, ce la siamo giocata fino
in fondo e negli ultimi secondi l'abbiamo spuntata, un'apoteosi! La nostra
prima Finale Nazionale giovanile era stata nel 2004, a Bormio, con le ragazze
del '90. Da allora ci siamo arrivati quasi tutti gli anni, quest'anno per la
terza volta con due squadre. Io lo dico spesso, una ragazza nella propria vita
ricorderà sempre il giovanile e le Finali Nazionali. Poi se riesce a vincere
uno Scudetto o un Europeo, anche quelli saranno splendidi ricordi, ma la Finale
Nazionale è la prima grande emozione e il ricordo è indelebile».
E oggi, dopo quattro
stagioni da protagonisti con il Fila in A1, la famiglia Lupebasket come sta?
«La nostra struttura è sempre basata sul volontariato,
continuiamo ad avere tanti dirigenti di fiducia che fanno un lavoro importante.
Nelle società in cui il presidente non è il primo sponsor, il suo impegno più
grande è quello di trovare le risorse, far sì che il 30 giugno di ogni anno le
casse siano a posto. E in questo devo dire che siamo fortunati, perché Giuriati
fa un ottimo lavoro e abbiamo tante realtà che ci danno una mano. Uno degli
obiettivi a cui teniamo di più, inoltre, è quello di incrementare la qualità
nel settore giovanile: stiamo impiegando molte risorse anche per prendere degli
allenatori capaci e inserire ragazze che magari vengono da più lontano, e che
vengono ospitate con sacrificio ma anche grande disponibilità da famiglie di
amici».
Grazie all'ufficio stampa Lupebasket